A intervalli regolari, implacabile, la peste bubbonica ha fatto la sua comparsa nelle steppe dell'Asia centrale, distruggendo uomini, cose, intere città; nel sesto secolo, e poi di nuovo nel Trecento, essa ha devastato l'umanità. La terza grande epidemia è iniziata un secolo fa: ha raggiunto San Francisco, e ha cominciato il suo lento, funesto viaggio verso le regioni dell'est... Adesso, 1978, la Morte Nera investe New York. Di ritorno da un campeggio, una ragazza accusa una tosse misteriosa; la trasmette al portiere del suo stabile: la peste, l'antico flagello, invade Manhattan. La città si mobilita; senza tregua, le autorità mediche tentano di isolare il male, di individuare i primi portatori del contagio, di predisporre le prime misure di emergenza. Ma ben presto è l'epidemia, e il panico. La grande città diventa un cimitero. Ed è allora che, di fronte ai sopravvissuti, si presenta una minaccia ancor più terribile: l'estrema, radicale soluzione che il governo di Washington ha adottato per impedire la diffusione del morbo nel resto degli Stati Uniti.
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