Il cervello è composto da più di cento miliardi di cellule cerebrali con le loro innumerevoli connessioni. A scuola viene insegnata la loro forma peculiare: un corpo centrale che contiene il nucleo, dei brevi filamenti, detti dendriti, e un lungo prolungamento, che si chiama assone e che connette la cellula con luoghi lontani. Solo che non è così. O meglio, si tratta di una semplificazione didattica, che a sua volta ha una storia precisa, ben raccontata in questo libro. Il «neurone tipo» è un'astrazione, utile a capire come funzionano a grandi linee le cellule del nostro cervello, ma i neuroni, quelli veri, sono molto più affascinanti di così. Nella realtà le cellule del cervello hanno molte forme differenti, funzionali a scopi diversi. Richard Wingate ne analizza dieci (e mezzo), come fossero altrettante specie di alberi in una foresta. Ognuna di loro svolge un ruolo particolare e per ciascuna di esse il libro racconta le storie degli scienziati che l'hanno studiata e delle scoperte che sono state fatte per via. In questo viaggio affascinante, fatto di microscopi e fantasiose colorazioni istologiche, di molti disegni e di non poche ipotesi ardite, incontriamo anche molta Italia. A partire da Camillo Golgi e la sua «macchia nera» – la reazione chimica che per prima permise di visualizzare i neuroni, fino a quel momento inafferrabili al microscopio –, per approdare a più riprese sul Golfo di Napoli, in quella Stazione Zoologica che per molto tempo fu uno dei centri mondiali più avanzati dello studio del cervello, grazie a scienziati di primo piano come Eduardo Caianiello ed Enrico Sereni, e ai molti ospiti internazionali che frequentarono quelle stanze.
1979, Asinara. Un'isola incantata tra cielo e mare, immersa nel profumo degli elicrisi in un tempo che sembra sospeso. Un luogo apparentemente molto lontano dalla violenza politica che insanguina l'Italia, e che invece con il suo carcere di massima sicurezza ne è il simbolo. Isolamento, regime duro, tolleranza zero. Luisa e Paolo non si conoscono, vengono da vite che non potrebbero essere più diverse: contadina abituata alle asprezze della vita e madre di cinque figli lei, vedovo ed ex insegnante di filosofia lui. Luisa è in visita al marito pluriomicida, Paolo al suo unico figlio condannato per terrorismo. E ogni volta gli incontri acuiscono il senso di sconfitta che li avvolge. Eccezionalmente bloccati per la notte sull'isola da una tempesta di maestrale, scopriranno che cosa li unisce e intrecceranno le loro vite a quella della guardia carceraria che li ha in custodia, Nitti, e a quella di sua moglie Maria Caterina.