Grande è la sorpresa di Publio Aurelio quando, coinvolto nel crollo di un'antica tomba sull'Esquilino, rinviene al suo interno lo scheletro di una donna orribilmente inchiodata al sepolcro. Nessuno ha mai sentito parlare di simili riti barbarici nell'Urbe, anche se in alcune remote province dell'Impero si vagheggia di demoni femminili dai piedi di bronzo, chiamati dai greci "empuse", che userebbero sedurre giovani maschi di bell'aspetto per portarli lentamente alla morte, succhiandone le forze vitali o addirittura il sangue: secondo le leggende di quei lontani popoli, uccidere le "empuse" non basta, occorre inchiodarne il corpo per impedire loro di risorgere nuovamente dal sepolcro. Alieno da ogni superstizione, il senatore risale presto alla proprietaria della tomba, Festia Velthinia, la matriarca di una famiglia di origine etrusca. Tuttavia, quando si reca nella sua casa per interrogarla, trova la vecchia sul letto appena morta, circondata dai suoi nipoti ed eredi. Accanto a loro una donna incredibilmente seducente, Sofia Sofiana, e la cugina povera Lavinia, ragazza poco ligia alle convenienze... A complicare le cose c'è la diceria circa un tesoro che il fratello di Fastia, Velthur detto l'Avvoltoio, avrebbe nascosto nei boschi di proprietà della famiglia. E naturalmente non mancano i personaggi cari a chi segue Publio Aurelio sin dalle sue prime indagini: l'astuto liberto Castore, la matrona Pomponia afflitta da un eccesso di atrabile e il medico Ipparco...
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