28 giugno 1914. Come un fulmine a ciel sereno, l'attentato di Sarajevo sconvolge la tranquilla e serena esistenza di una famiglia sudtirolese: i Kassewalder. E anche quelle di tutti i loro conterranei: è la guerra. Engelbert ed Alois Kassewalder, i due figli maschi, vengono richiamati per servire il loro imperatore Franz Josef. Il fronte è lì, a due passi da casa, sulle montagne circostanti. Torneranno entrambi sani e salvi dal primo conflitto mondiale. Però nel frattempo tutto è cambiato: il loro Südtirol si chiama Alto Adige e fa parte del territorio italiano. Toblach, il loro paese, è diventato Dobbiaco. Ma i Kassewalder hanno un'indole camaleontica e si adeguano, inserendosi nel turismo alberghiero rinascente, del primo dopoguerra. Lo stesso farà la sorella Anna, la più giovane dei cinque fratelli, la più battagliera e indomita. In questo romanzo scorrono le vicende della famiglia Kassewalder, i due genitori e i cinque figli, che di necessità si intrecciano con il contesto storico di quell'epoca travagliata da due guerre. Epoca, nel contempo, testimone di una formidabile volontà imprenditoriale, ad opera di tanti proprietari alberghieri. Che faranno di Dobbiaco, e della Val Pusteria, una rinomata località turistica. I fratelli Kassewalder non mettono al mondo eredi maschi. Dunque il cognome finisce nell'oblio. Solo Anna darà alla luce una bambina: Gabriella. E con la sua vicenda, tormentata, ma romantica, si conclude la lunga storia di una famiglia. Ma la vecchia casa Kassewalder c'è ancora e ha un cuore caldo, pulsante di buone presenze.
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