“La vetta troppo lontana” è un inno alla montagna e un omaggio a tutti quelli che la vivono intensamente, con passione a 360 gradi. Scialpinismo, arrampicata, semplici passeggiate, roccia, sci fuori pista, scalate su ghiaccio. Tanti modi di avvicinarsi ad essa e mille emozioni e sfumature che emergono dalle pagine del libro assieme alla ricerca di un certo modo di frequentarla, di un sentiero che insegue un sempre fragile e momentaneo equilibrio tra natura e individuo, tra vita e pensiero. Vi è l’ambizione di voler guardare il mondo e se stessi da un’altra e alta prospettiva, che permetta di riflettere con il distacco che le cime riescono a garantire. Nella descrizione delle avventure di De Mas emerge prepotente la voglia di mettersi in gioco, di migliorarsi, di conoscere i propri limiti e superarli, spostarli per trovare nuovi traguardi sempre più ambiziosi, per cercare la propria dimensione, per raggiungere la vetta definitiva, l’equilibrio perfetto tra anima, corpo e natura. Raccontato in prima persona, alternando momenti del passato, altri di raccordo e di pura descrizione, fino a vivere il presente nei momenti salienti delle imprese di De Mas, il libro descrive l’ideazione, la preparazione e lo svolgimento della spedizione al Cho Oyu, montagna himalayana di 8201 m. Le montagne, Civetta, Monte Bianco, Cervino e Kilimanjaro, si susseguono intervallate dalla narrazione degli allenamenti e degli stati d’animo in un crescendo di emozioni che mettono in luce paure, gioie, soddisfazioni, sacrifici e sconfitte di chi, come De Mas, pratica l’alpinismo con la passione del dilettante che vede e cerca nella montagna una via ed un equilibrio di fficile da trovare. Perché, in fondo, andare in montagna è imparare a vivere.
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