venerdì 25 aprile 2025

Da Mezzolombardo a casa

 
Torrente Valdelrì
Mezzolombardo dal sentiero che porta verso la val dei coleri


Nella faggeta sotto Fai
Lungo il sentiero del respiro
Val d'Adige, Bondone, Vigolana e Marzola
Il Fausior visto da Fai


km 13 - dislivello 780 m
Ale

martedì 22 aprile 2025

Salt Sugar Fat: How the Food Giants Hooked Us

Every year, the average American eats 33 pounds of cheese and 70 pounds of sugar. They ingest 8,500 milligrams of salt a day, double the recommended amount, almost none of which comes from salt shakers. It comes from processed food, an industry that hauls in $1 trillion in annual sales.In Salt Sugar Fat, Pulitzer Prize-winning investigative reporter Michael Moss shows how this happened. Featuring examples from some of the most recognizable (and profitable) companies and brands of the last half century--including Kraft, Coca-Cola, Lunchables, Kellogg, Nestlé, Oreos, Cargill, Capri Sun, and many more--Moss’s explosive, empowering narrative is grounded in meticulous, often eye-opening research. He goes inside the labs where food scientists use cutting-edge technology to calculate the "bliss point" of sugary beverages or enhance the "mouth feel" of fat by manipulating its chemical structure. He unearths marketing techniques taken straight from tobacco company playbooks to redirect concerns about the health risks of products. He talks to concerned executives who explain that they could never produce truly healthy alternatives to their products even if serious regulation became a reality.Simply put: the industry itself would cease to exist without salt, sugar, and fat.

domenica 20 aprile 2025

Da S. Colomba a casa


Al lago di S.Colomba
Scendendo verso Mongalina

Scendendo alle Gorghe

Sul sentiero che scende da maso Pasolli


km 18 
Ale&Federico

Lago di S. Colomba


Sopra l'Acquadiva
Lago di Santa Colomba
 

km 35 - dislivello 860 m
Ale

Buona Pasqua a tutti!

sabato 19 aprile 2025

Piz dele Agole



 
Rudere nei pressi di Palù Poz


Dalla cima verso Cembra
Il Piz dele Agole


km 35 - dislivello 1080 m
Ale

mercoledì 16 aprile 2025

Crooked River

Dozens of identical greenshoes are found in the ocean off the southwestern coast of Florida, all with a severed human foot inside, all exhibiting unmistakable signs of violence. They appear out of nowhere one day, floating in on the tide.Called off the tarmac from his return flight back to New York City, Pendergast reluctantly arrives on Captiva Island and is quickly drawn into the mystery. A preliminary pathology report indicates the feet were wrenched from their bodies in the crudest of ways. As the days continue, more wash in until the number tops one hundred.Soon, Pendergast and his partner, junior agent Coldmoon find themselves squaring off against an adversary more powerful and deadly than they've ever encountered.

Malga monte Alto

 

Roccolo del Sauch
La faggeta pian piano si sveglia
Baita sotto il monte Alto
Salamandra
Malga monte Alto
L'alpeggio della malga
All'imbocco dei remondini
Il bosco

km 29 - dislivello 970 m
Ale

La prima, inevitabile,  pioggia ha iniziato a cadere poco prima del passo della Croccola ed è diventata via via più insistente al punto da arrivare a casa fradicio. Lo sapevo...

martedì 15 aprile 2025

Il ballo delle pazze

Fine Ottocento. Nel famoso ospedale psichiatrico della Salpêtrière, diretto dall'illustre dottor Charcot (uno dei maestri di Freud), prende piede uno strano esperimento: un ballo in maschera dove la Parigi-bene può "incontrare" e vedere le pazienti del manicomio al suono dei valzer e delle polka. Parigi, 1885. A fine Ottocento l'ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate "isteriche" e curate con l'ipnosi dall'illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l'esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene. Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c'è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il "ballo delle pazze", ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell'occasione, mascherarsi farà cadere le maschere...

" Poche cose fanno male come vedere invecchiare i propri genitori, 
constatare che quella forza, 
un tempo incarnata da persone che pensavamo immortali, 
ha lasciato il posto a una fragilità irreversibile."

sabato 12 aprile 2025

Lago di Lases e forte di Civezzano


Lago di Lases
Lago di Valle
Forte Civezzano
Forte Civezzano
 

km 55 - dislivello 690 m
Ale

Stelle solitarie

Cosa vuol dire prendersi cura di qualcuno? Ci si riesce mai veramente? E, soprattutto, cosa cerchiamo per noi nello stare vicino a chi soffre? Houston è la città che da sempre risolve problemi, e lo fa con slanci grandiosi e ambizioni smodate. E cosa c’è di più ambizioso che curare una malattia che sembra incurabile? Perciò è lì che Cristina accompagna la sua amica Vera, bellissima e piena di luce, che dalla vita ha ricevuto un colpo basso a cui non si rassegna. E forse anche Cristina è in qualche modo in cerca di una cura. Un racconto pieno di intelligenza, che si affida alla leggerezza per provare a dire cosa siamo, e cosa possiamo essere, davanti al dolore degli altri. Certe persone hanno con la sofferenza un rapporto confidenziale, e Cristina si è sempre considerata una di queste. Empatica, sentimentale, ma anche bravissima a farsi in quattro per dimostrare che la realtà può essere ridente, nonostante tutto. La malattia di Luca – marito, padre di sua figlia, amore simbiotico che ha fatto retrocedere a sfondo ogni altra cosa – l’ha attraversata così, sul viso un’espressione rassicurante e spiritata che non riesce a togliersi di dosso neanche ora che Luca sta bene. Chi non sta ancora bene invece è Vera, «l’amica zucchero», che dopo anni di compromessi faticosi con la malattia vuole andare nel posto in cui la cura si affronta con lo stesso piglio ardimentoso della corsa allo spazio, ispirata dalla stessa megalomania: Houston, la città che risolve problemi. E chi meglio di Cristina può starle accanto? Così comincia il viaggio di queste due amiche quarantenni, che hanno costruito il loro legame sulla capacità di raccontarsi la vita e di farla più divertente di com’è, senza dover mai scegliere tra profondità e frivolezza. La bellezza è il loro principio di realtà: se agli altri serve come evasione, a loro ricorda esattamente ciò che conta, perché nella bellezza c’è anche celebrazione della vita, curiosità, immaginazione e gioco. Ma adesso Vera, come Luca, sembra aver cambiato luce: è solitaria, assorta, brilla un po’ in disparte rispetto alla sua costellazione originaria. Costretta a rinunciare alle sue ingenue fantasie di accudimento, spesso sola in una città di strade deserte costeggiate da grattacieli scintillanti e villette con il canestro sulla porta del garage, Cristina si dà allora il compito che le riesce meglio: fare di questo viaggio una storia, possibilmente un’avventura. In modo leggiadro e sapiente, Cristina Marconi si accosta al senso profondo dello stare accanto, al mistero della sofferenza e della speranza, fino a intravedere, a farci intravedere, una possibilità altrimenti inaccettabile: a un passo dal dolore degli altri – degli altri che amiamo – può accadere di scoprirci vivi, fortunati, persino felici.

venerdì 11 aprile 2025

Monte Daino


Salendo al rifugio Selvata
Dolomiti all'alba
Salendo verso il rifugio Selvata
Baito dei Massodi, Brenta Alta e il Basso
Andrea verso la Brenta Alta

Salendo verso il Pedrotti 


Brenta Alta e Campanil Basso

Verso il Croz del Rifugio


Salendo verso il canale che porta ai piani superiori
Emilio verso la bocca di Brenta
All'imbocco del Canale
A metà del canale verso cima degli Armi
Sui pendii superiori
La comoda cengia che porta verso la vetta
Andrea quasi in vetta
In vetta
In volo
Dal monte Daino verso cima Tosa
Si scende
Nel breve e ripido canalino che porta alla cengia
Firn sui pendii superiori
Andrea
Emilio
Firn anche scendendo al baito dei Massodi

Monte Daino - OSA - dislivello 1300 m - Dolomiti di Brenta
Ale, Andrea, Emilio

Già nel 2021 con Emilio e Roberto, in occasione di un giro con gli sci tra le bocchette, avevamo addocchiato il monte Daino come bella cima da salire in inverno e dopo un esplorazione estiva la cosa era ormai matura. Poi un'anno c'è poca neve, un altro è brutto, un altro ancora la voglia manca e così ho dovuto aspettare fino ad oggi per salire questa selvaggia cima che, da quanto so, viene salita in invernale molto sporadicamente. 
La neve una volta arrivati al Selvata  è ancora abbondante ma bisogna considerare la lunga val delle seghe che in qualche modo, più o meno lecito, devo essere affrontata. Discesa iniziata ad ore 11. Bolo mancavi solo tu!